Vestita di panni spessi
quasi il sole
.
La cassetta di legno
sotto l’edera
dentro
un abbandono
da tenere per un’altra vita
.
poi il sole accelera il battito
Stare qui solo per l’aria di adesso
.
senza cercare di convincerti
sono certa per la mia materia organica
di sbriciolarmi
tra il vecchio e l’adesso
insieme ai pollini
e gambe d’insetti
e tempo disidratato
.
assorbire e rilasciare
davvero sembro un’onda
che spazzola la terra cruda
.
tu spalancavi a volte con un taglio nel cielo
quel retro sottostante
che fa ricominciare nuovi
.
mi manca trasformare il gelo in pioggia
mi manca di scoprirmi folletto tra i campanili
e di sciogliere il marmo
tutti quei pezzetti che impediscono
.
poi lui mostrava a tutti ancora quella rabbia da sfogare
nell’imminenza della sua morte
che penso, magari, fosse una peste d’immagine
a conferma
una persecuzione data dal marmo delle cose infallibili
non immaginava tante parti di sé già andate.
2-4-21
.
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