Mi hai inviato le foto
Le terre dei Navajo i cactus le costruzioni messicane
Un salto fuori da questo mondo
In un attimo un ago alle tempie
Strappato un filo
La palude mi arriva al mento
brillano candidi i capelli
poltrona a dondolo in veranda
il tramonto senza appiglio
l’astratta figura sembra sulle acque
il presente tradito
i figli corrono nei tempi
Fanno il giro del mondo
E tu resti qui in arresto temporale
Sarà per sfuggire all’odore di vecchia
E per non guardarmi più allo specchio
Che mi convincerò di fusoliere e vuoti d’aria
E m’infilerò anch‘io in un tempo davanti
A conquistare un grappolo d’ uva bianca?
16-8-20
Surrealmente realistica, un immaginario insolito. Cartacarboniamo?
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Come vuoi… Sempre lusingata.. È molto realistica..
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i figli hanno più fiato e gambe più forti, proprio in forza della loro età: c’é una sorta di malinconico pudore che abbraccia tutto il testo, un buon testo
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ti ringrazio Flavio…quando dicono che i figli sono sempre figli tuoi!
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il tempo che corre veloce, i pensieri che diventano poesie, nel muto incedere dei sogni che bussano al capezzale della sera…
Buona giornata. 😉
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grazie Maxi, gentilissimo!
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Pingback: Carta Carbone: “Strappato Un Filo” di Nadia Alberici | Le Mie Cose
moltissime grazie Filippo sia per la scelta di una mia poesia, sia per le parole che hai scritto per me !!!
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