FRA ME E ME…

Ma quanto sono piccola!

Lo sai che invecchiando ci si accorcia?

Già come una candela!

Che bella similitudine!

.

Ma poi chi ha detto che tutti, proprio tutti dobbiamo morire?

Perché qualcuno (ad esempio io), non potrebbe invertire la tendenza?

.

Ma dai che sciocchezze! Non sei nemmeno credente!

E che c’entra?

La morte non dipende da un Dio qualsiasi!

.

Magari mi rigenero da un germoglio carnoso

che mi nasce qui tra le dita dei piedi

o tra i capelli! non sai quante risorse ha Madre Natura!

.

E proprio tu dovresti rimanere viva? E fino a quando?

Fino a che non mi sarò stancata di esistere, fino a quando morirà il mondo

Anzi prima che muoia il mondo,

meglio prima

Prima che diventi tutto grigio e spoglio

Prima che la sua cenere sia ricca di sostanze inquinanti

Prima che muoiano tutti gli animali

Sarebbe troppo doloroso, non resisterei a vederne la fine

Credo che ne morirei lacerandomi dentro

Con mille dolori in più di quelli che avrò avuto nel tempo

Allora si

Sarebbe proprio la fine globale

Che misera l’umanità a rovinare tutto!

Possibile che non ce ne rendiamo conto?

.

Allora è meglio che me ne vada alla mia ora!

No, no aspetta, ancora un po’

insieme con la mia cagnina, quando lei non ne potrà più.

14-5-23

quelle cose stupide che si pensano e che sarebbe meglio non dire a nessuno per quella ingenuità che emerge in certi momenti guardando le meraviglie a cui vorresti stare appiccicata per sempre.

E VOLENDO

I miei occhi lanceolati  verdi

e un mare, un unico mare da guardare

Pietra di smeraldo

da rigirare fra le dita

Immergere il corpo appena

appena uscito allo scoperto

e appena i suoi anni lunghi

che nuotano con fatica

e appena lasciare la caudale

a pelo d’acqua a rimirare

lungimiranze negli specchi

e volendo

volendo bere tutta la prossimità indefinita.

31-5-23

LA SIG.NA ATTESA

Era sempre stata al mio fianco

L’ho sfinita con gli amori

una serie rapida di fughe e rapimenti d’altri cuori

.

E lei, la signorina Attesa, ultrasettantenne

appoggiava le penne stanche sul mio divano:

un’Eleonora Duse di scarso riguardo

non gradiva più la mia compagnia

e allora: pane al pane e vino al vino!

L’ho licenziata in tronco e senza inchino

.

Adesso penso sia in qualche bistrot d’infima categoria

A blaterar stanchezze e piagnistei

Non me ne dolgo che vuoi mai, prima o poi

l’aria diventa viziata e pure il pensiero

ho disfatto anche il divano e la poltrona infettata!

30-5-23

tanto per restare nel clima della precedente…

IL SIG. TUTTO

messi qui i vestiti da indossare,

e là quelli da buttare

messe le briciole per gli uccelli

messi i piedi nelle ciabatte

messi i romanzi sul comò  

messe le poesie con gli ohibò

messo il sole a riposare

messo il viso sul davanzale

messo il cane ad abbaiare

messo un blues ad ancheggiare

messo un corpo vuoto che sculetta

messo in bocca il caffè con la zolletta

messi gli occhi sulla siepe

messo il gomito a pensare

Tutto è in posizione

Tutto trova il suo da fare.

30-5-23

UNA CODA DI BALENA

Sai?

stamattina, nel dormiveglia

sentivo sussurrare fitto fitto sull’erba

e ho immaginato il fruscio dei pesci in un fiume

le pinne, le code

e le loro squame scivolose

Poi per un momento la pioggia si è fatta più forte

e allora era una coda di balena che emergeva dal mare

ed erano le vele di un vascello

qualcosa che fluttuava e scivolava

ed emergeva così, con le schiume

tra cielo e terra

tra me e me

e la corrosione delle tue parole su di me

ieri

come sempre senza volere tutto fluttua

e viene a galla.

29-5-23

MESCHINELLI

Habib passa una volta al mese

E so che è sabato perché arriva lui

Ha da vendere

E chissà quante storie

Ha un bel sorriso ed è molto garbato

non è amicizia

ma fa parte della routine

è nigeriano, potrei conoscerlo meglio,

mi limito a chiedergli come sta

e a un po’ di euro: ho assimilato una consuetudine

dall’inizio, non conoscendolo

che non è propriamente una bella cosa da parte mia:

è un tenere le distanze

metto fra me e lui delle monete

dovrei stringergli almeno la mano

perché è nella pelle che ci si mescola alla pari

credo che lo insegni Cristo

ma io non ho religione

sono nata sotto ad un cavolo ai piedi dell’argine

sull’argine ho imparato i continenti

e sull’enciclopedia tutti i popoli

e ho imparato che siamo tutti puntini

meschinelli e pieni di desideri invenduti.

28-5-23

IL LIBRO APERTO

le previsioni del tempo

le parole mai illuminate

i messaggi in fuga tra gli argini

le poesie incrostate

l’affanno dell’asma

il libro aperto sta alla polvere

come si sta all’amore

cerco di  leggere colline leggere

con i fiori di campo

cerco d’arrivare ai noccioli delle questioni

senza mai riuscirci

ancora si deve sgravare il cielo

il grigio si deposita nei pori

e mi fa tante domande

allora piango perché avrei bisogno di braccia più forti.

27-5-23

QUESTO MAGGIO

Questo maggio è già di per sé sfrangiato

Ombre sane dentro un calamaio

E punte di sole acido che fa gracchiare

.

le facciate delle case

chiudono gli occhi

e urlano come sanno urlare

inveiscono, cattiverie

con le finestre fuori dagli occhi

.

la mia ombra alla menta

la mia ombra tenue

non può esserne contagiata

ha sfumature d’infanzie

e da lunghissimo tempo

ha zoccoli lavorati dalla terra

ha spanne di muschi

e il rospo che mi gira per casa

e mi fa ridere, sì, anche lui

e tutte le mie bestie-insetti

che sanno del loro vivere

e le parole col dialetto così innervate

che fanno di me l’orientamento

quello di un po’ alla volta, quello del tastare

l’aria col naso.

26-5-23

NON POSSO!

una guerra si mostra piena di bombe

rade al suolo rade case

e alberi

il paese diventa una radura

si vede il cemento crescere sugli alberi

si vedono i morti

morti tutti

prima del loro tempo

come falciare il prato

ed è certo che nulla continua

.

Non posso camminare sopra ai morti

non posso vivere sui morti, fate qualcosa

in questa televisione, cambiate i programmi!

.

È così buia la notte che non ho l’animo di camminare

Non si sa dove mettere i piedi

Non si sa dove sia la vita

Il silenzio scava le fosse nello stomaco

Il silenzio, forse è la strada per le formiche

Forse il silenzio ci fa ripartire

che duri a lungo e che ci aiuti a coricare i nostri cuori

.

Perché è così che devono stare i nostri cuori

Coricati adagiati addormentati per un po’

Sul divano

Per un po’, per far smettere alla pancia di pensare

Per gradire il silenzio al fermarsi dei tuoni

E che duri a lungo

E che ci aiuti a coricare i nostri cuori in vita.

25-5-23

QUALCOSA DA INTRECCIARE

Non sapere cosa aspettarsi

A parte l’ovvio dei passi

Uno alla volta, mi raccomando

E qualcuno senza tempo

Come di chi ha bisogno di cucire

Scampoli fantasia

Per un vestito tinta unita

Altrimenti non si parte

Ma è così poi? è così che dev’essere?

Oppure bisogna che ognuno scelga una striscia,

un dragone cinese?

Una biscia verde d’acqua?

Qualcosa da intrecciare?

Come dare voce da una casa all’altra

E unire tutta la strada?

Dov’è il tessuto?